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Incontro con Sergio Ruggiero, autore de “La Rosa di Ajello”

“Al tempu di lu re Carru di Francia foru tanti li maltratti e li viulenzi chi li francisi ci faciunu a la populazioni spugghiandula e minazzandula di tutti li maneri, chi li populi finalmente non ni pottiru cchiù, e nu ghionnu a lu toccu di lu vespiru l’ammazzaru tutti chi mancu n’arristau la simenza”.

 

Nell’ambito del progetto “Libriamoci”, la scuola secondaria di primo grado di Aiello, ha incontrato Sergio Ruggiero, autore del romanzo storico “La Rosa di Ajello”.

L’incontro con l’autore, organizzato dalla responsabile di plesso Rosa Giardino e dai docenti di lettere Aquino Anna, Fernando Falcone e Gabriele Geniale, è stato pensato, non solo come modo per coinvolgere e appassionare gli alunni alla lettura, ma anche come supporto ai programmi didattici, e come strategia attraverso cui proporre una immagine viva e dinamica del libro.

Opportunamente preparato attraverso la lettura collettiva del romanzo, seguita da discussioni e confronti in classe, l’incontro ha riscosso l’interesse degli alunni che hanno gradito la lettura de “La Rosa di Ajello”, ambientato nella “città di Ajello” al tempo della dominazione angioina.  

Introduce l’incontro la prof.ssa Aquino che dopo aver presentato l’autore, contestualizza il romanzo.

Siamo nel 1268, anno in cui gli Angioini, guidati da Carlo I D’Angiò entrarono in Italia e in Ajello Città Ghibellina, poiché chiamati in soccorso da Papa Urbano IV che si sentiva minacciato da Manfredi, figlio illegittimo di Federico II di Svevia e capo dei Ghibellini d’Italia.

Come tutti i romanzi storici, anche ne “La Rosa di Ajello” è presente una mescolanza di parti storiche e di parti inventate sapientemente intrecciate dall’autore che, con precisione documentaria, rievoca un’epoca affascinante e terribile al tempo stesso. Questa epoca  funge da cornice alle vicende dei singoli personaggi.

Potremmo definire il romanzo la storia di una rivolta popolare contro il governo angioino.

All’interno di questa cornice storica si intrecciano le vicende dei vari personaggi: conosciamo così l’erudito Alpetragio, simbolo di una cultura laica estranea alla visione prettamente teocentrica dell’epoca; figura emblematica quella di Luigi Joinville, affascinato e allo stesso tempo quasi intimorito dal potere della cultura e del sapere incarnato da Alpetragio. C’è poi la dolce Vella, il cui amore per la figlia la porterà a compiere il sacrificio estremo seguita da Pepo, suo marito,  che non esita a sua volta a sacrificare la propria vita per vendicare Vella. C’è poi la delicata storia d’amore tra Folco da Perugia e la bella e dolce Rosa, da cui il titolo “La Rosa di Ajello”.

Un tuffo nel passato, un viaggio nel tempo e nella storia, che ci conduce in una Ajello medievale, che, pur devastata dal malgoverno angioino, non si arrende e lotta eroicamente per la conquista della libertà.

Notevole l’impatto emozionale del romanzo che intriga con le sue descrizioni di un passato lontano intriso tuttavia di valori intramontabili e quindi attuali.

Prende la parola l’autore che ci parla del motivo ispiratore del romanzo, di come è nato e di come hanno preso vita i personaggi. Suscitano particolare attenzione e interesse negli alunni le immagini della città di Ajello del XIII secolo e le varie cartine topografiche riportanti i luoghi in cui si sono svolte le vicende narrate.

Particolarmente suggestiva l’immagine del castello Normanno ai tempi in cui si svolsero i fatti.

Sovrastante il Paese, era un imponente maniero di cui oggi restano le mura perimetrali, le torri angolari speronate, le cisterne ed alcune stanze sotto le torri, testimoni silenziose di terribili atrocità avvenute durante il periodo delle dominazione angioina. Da qui la parola “ngiuinu” rimasta nel dialetto locale per indicare un uomo particolarmente crudele. Si narra infatti che all’interno del castello i prigionieri venissero sottoposti a terribili torture e a punizioni sanguinarie.

L’ultima parte dell’incontro è stata dedicata al dialogo tra gli alunni e l’autore.

Molte le domande e le curiosità a cui Sergio Ruggiero ha dato risposta.

L’incontro ha avuto termine con la raccomandazione da parte dell’autore agli alunni di amare ed apprezzare la propria terra perché sono i discendenti di un popolo fiero ed eroico che non si è risparmiato nella lotta per l’indipendenza.

 

                                                                                            Prof.ssa Anna Aquino